EVENTO CULTURALE
La Madonna di Pozzo Faceto: l'analisi del prof Mignozzi
Ieri 28 maggio l'incontro di approfondimento, organizzato da Osservatorio, ha fatto luce sulla storia e la leggenda dell'icona mariana
Fasano - Che la Puglia sia una regione a vocazione mariana è universalmente noto e testimoniato dalle icone e dai culti che rendono viva la tradizione in molte città. Questo è tanto più vero a Fasano in cui il culto di Maria è legato al mito e alla storia.
Per approfondire il tema, ieri 28 maggio, Osservatorio ha organizzato un incontro divulgativo con Marcello Mignozzi, professore associato di Storia dell'Arte Medievale dell'Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”, moderato dall'archeologa e direttrice editoriale Marica Mastrangelo presso il santuario della Madonna del Pozzo a Pozzo Faceto. Un incontro, questo, atteso da tre anni: l'archeologa, infatti, in piena pandemia, si è interessata all'argomento riscontrando delle lacune storiche. Per questo si è interfacciata con il prof Mignozzi che ha citato la Madonna del Pozzo nel suo ultimo volume, Sub tutela Virginis (ed. Giannatelli).
A fare gli onori di casa è stato il primo cittadino Francesco Zaccaria che ha sottolineato l'importanza di studiare tali reperti legati a doppio filo con la tradizione e la storia locale. A fargli eco è stato il parroco di Torre Canne, don Luigi, che ha elogiato il lavoro importante svolto da eventi di tale spessore culturale.
Durante l'incontro, il professore – con grande passione – ha condotto un'analisi storico-artistica dell'affresco angioino che troneggia sull'altare del santuario. Guidato sapientemente dalle domande di Marica Mastrangelo, Mignozzi ha rapito il nutrito pubblico partendo dalla descrizione iconografica di una Madonna elegante e raffinata. Obiettivo della prolusione è stato esaminare e datare per la prima volta l'affresco.
Le peculiarità di questa Madonna sono la raffinatezza e la dolcezza che la rendono umana e materna: ciò è testimoniato dai dolci tratti del viso, dalla mano sinistra che copre il Bambino con un mantello e dalla mano destra che tocca il ginocchio del figlio marciante. Non solo madre: la Madonna è anche regina. Indossa, infatti, una corona e ha una capigliatura composita e ben curata, a rappresentare la Vergine come una dama trecentesca. Il professore ha fatto notare, dunque, il connubio tra lo stile bizantino e quello occidentale in una Madonna davvero unica in tutto lo scenario artistico locale.
A seguire si è discusso della datazione dell'opera legata strettamente alla datazione del santuario stesso la cui costruzione si perde nel mito. La chiesa, infatti, è troppo trasformata perché vi si possano leggere con chiarezza le prime fasi edilizie e sembra che ad oggi l'unica testimonianza medievale sia proprio l'affresco. Se si scava nei documenti, però, si riscontra la presenza di un casalis Sante Marie Puthei Fuceti già a partire dal XII secolo, anche se tale datazione collide con quella dell'affresco mariano databile non prima della metà del XIV secolo. La storia, qui, si intreccia con il mito del ritrovamento fortuito dell'affresco durante l'escavazione di un pozzo: processo, questo, che si può datare in età pienamente moderna in quanto implica la dismissione di tale tipologia di ambienti intorno al Quattrocento e la successiva erezione di un tempio, dopo il recupero dell'immagine.
Con un'eloquenza notevole e una sapiente guida, il prof Mignozzi e l'archeologa Mastrangelo hanno regalato alla comunità un momento di approfondimento necessario e ricco che ha coinvolto un pubblico nutrito e interessato.
Per avere una visione più ampia e dettagliata della Madonna del Pozzo si rimanda al numero di aprile del mensile Osservatorio.
di Sara Altamura
29/05/2023 alle 12:03:50
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